Avvocato responsabilità medica Mestre Venezia | Le infezioni ospedaliere (ICA)

Avv. Stefania Trivellato • nov 09, 2023

ICA: Infezioni Correlate all'Assistenza

Avvocato malasanità Mestre Venezia

Avvocato Mestre Venezia | Le infezioni ospedaliere sono quelle patologie che insorgono durante il ricovero in ospedale o entro un determinato lasso di tempo da quando il paziente è stato dimesso. Venivano dette infezioni nosocomiali ed oggi sono indicate con l’acronimo “ICA” che sta per “infezioni correlate all’assistenza”. Rappresentano per le Strutture Sanitarie (di vario titolo), oltre che per la Società in generale, un fenomeno rilevante sia sotto il profilo clinico che sotto quello economico. 

Tra i cosiddetti eventi avversi, nei pazienti ricoverati, le ICA rappresentano una percentuale importante, ormai preponderante, e rientrano tra le problematiche principali che hanno tutti i sistemi moderni di salute pubblica (link). Tanto più perché l’uso eccessivo e non appropriato degli antibiotici ha creato le condizioni per sempre nuove e maggiori resistenze agli antibiotici stessi. Sono infezioni resistenti spesso anche ai trattamenti antimicrobici più complessi. 

Contrarre un’infezione correlata all’assistenza sanitaria può provocare gravi danni (sino a portare alla morte). La maggior parte della ICA interessano il tratto urinario, l’apparto respiratorio, le ferite chirurgiche e le infezioni sistemiche (basti pensare alla sepsi).

Di casi relativi alle infezioni correlate all’assistenza (ICA) si occupa l’avvocato responsabilità medica studio legale Trivellato & de Luigi Mestre Venezia.

La Cassazione si è pronunciata nel corso del 2023 con importantissime pronunce e, tra queste, due tra di loro ravvicinate sono la n° 5808 del 27.02.2023 e la n° 6386 del 3.03.2023.

La Suprema Corte, nell’affrontare la tematica, ha richiamato dapprima la precedente pronuncia n°4864 del 23/02/2021 che innanzitutto stabiliva: “In applicazione dei principi sul riparto dell’onere probatorio in materia di responsabilità sanitaria, secondo cui spetta al paziente provare il nesso di causalità fra l’aggravamento della situazione patologica (o l’insorgenza di nuove patologie) e la condotta del sanitario, mentre alla struttura sanitaria compete la prova di aver adempiuto esattamente la prestazione o la prova della causa imprevedibile ed inevitabile dell’impossibilità dell’esatta esecuzione, con riferimento specifico alle infezioni nosocomiali, spetterà alla struttura provare: 1) di aver adottato tutte le cautele prescritte dalle vigenti normative e dalle leges artis, al fine di prevenire l’insorgenza di patologie infettive; 2) di dimostrare di aver applicato i protocolli di prevenzione delle infezioni nel caso specifico”.

Quindi, la prova del nesso causale tra il comportamento dei sanitari e l’evento dannoso deve essere fornita da chi agisce per il risarcimento dei danni da ICA; essa deve essere fornita in termini probabilistici, e non di assoluta certezza. Al contrario, la prova dell’adozione e dell’adeguato rispetto dei necessari standard di igiene e prevenzione non può, ragionevolmente, incombere sul paziente danneggiato.

Occorrerà, inoltre, che siano rispettati il criterio temporale (“il numero di giorni trascorsi dopo le dimissioni dall’ospedale") il criterio topografico (“insorgenza dell’infezione nel sito chirurgico interessato dall’intervento in assenza di patologie preesistenti e di cause sopravvenute eziologicamente rilevanti, da valutarsi secondo il criterio della cd. “probabilità prevalente“) e, infine, il criterio clinico ovvero quali tra le necessarie misure di prevenzione delle infezioni ospedaliere era necessario o, quantomeno, opportuno adottare.

Assume carattere decisivo la circostanza per cui si richiede che la vittima abbia contratto l’infezione correlata all'assistenza all’interno dell’ospedale e durante il ricovero. 

Ergo in sostanza al fine di poter individuare gli estremi della responsabilità della Struttura Sanitaria rilevano queste variabili che saranno legati al numero di giorni trascorsi dopo le dimissioni dall’ospedale, all’insorgenza dell’infezione ed al criterio clinico, volto ad individuare le misure che era necessario adottare data la specifica infezione.

Trivellato & de Luigi studio legale associato fornisce adeguata assistenza legale a chi fosse interessato ad approfondire la valutazione di casi di risarcimento danni malasanità e responsabilità medica Mestre Venezia.

Ma la vera novità è un quanto mai dettagliato elenco degli oneri probatori da assolvere, gravanti sulla Struttura Sanitaria, per attestare che le misure di prevenzione siano state rispettate:

a) L’indicazione dei protocolli relativi alla disinfezione, disinfestazione e sterilizzazione di ambienti e materiali;

b) L’indicazione delle modalità di raccolta, lavaggio e disinfezione della biancheria;

c) L’indicazione delle forme di smaltimento dei rifiuti solidi e dei liquami;

d) Le caratteristiche della mensa e degli strumenti di distribuzione di cibi e bevande;

e) Le modalità di preparazione, conservazione ed uso dei disinfettanti;

f) La qualità dell’aria e degli impianti di condizionamento;

g) L’attivazione di un sistema di sorveglianza e di notifica;

h) L’indicazione dei criteri di controllo e di limitazione dell’accesso ai visitatori;

i) Le procedure di controllo degli infortuni e delle malattie del personale e le profilassi vaccinali;

j) L’indicazione del rapporto numerico tra personale e degenti;

k) La sorveglianza basata sui dati microbiologici di laboratorio;

l) La redazione di un report da parte delle direzioni dei reparti a comunicare alle direzioni sanitarie al fine di monitorare i germi patogeni-sentinella;

m) L’indicazione dell’orario della effettiva esecuzione delle attività di prevenzione del rischio.

Quindi, a fronte della dimostrazione - resa in via presuntiva - da parte del danneggiato circa l’aver contratto l’infezione in ospedale (link), l’Ente ospedaliero dovrà dimostrare di aver svolto una serie di attività determinate di prevenzione del rischio di ICA, fornendo la concreta prova di averle realizzate.

Questa sentenza come detto è significativa perché precisa puntualmente gli obblighi a carico delle Strutture Sanitarie in materia di prevenzione delle infezioni nosocomiali (oltre che  individuare gli specifici obblighi soggettivi delle figure apicali delle strutture ma sui quali torneremo in altra occasione).
Non possiamo negare che, senza alcun dubbio, la lista analitica può rappresentare un motivo di grande preoccupazione per le Aziende che affronteranno, con chiara ed intuibile difficoltà, la fase di raccolta di tutta la documentazione richiesta per dimostrare di aver adottato tutte le misure di salvaguardia utili alla prevenzione delle
ICA, tuttavia potrà, altresì, considerarsi al contempo un utile vademecum per le Strutture, i risk manager e i dirigenti aziendali per riuscire a non imbarcarsi nei contenziosi più complessi e rischiosi laddove, a monte, non sussista la possibilità di dimostrare di essersi attenuti alla lista.

L’elenco può trasformarsi in un prontuario cui attenersi per cautelarsi dal rischio di contenzioso da infezioni, ma anche ed al contrario, quindi, un supporto ed un riferimento per i pazienti che vogliano promuovere azioni legali in caso siano stati danneggiati da ICA.

Avvocato malasanità Mestre Venezia | Avendo ben presente queste tematiche e le problematiche ad esse correlate, avendo avuto occasione, nel corso della pluriennale attività professionale, di trattare vari casi di ICA sia dal lato attivo del paziente che dal lato passivo della Struttura Sanitaria nell’evolversi della Giurisprudenza in materia, Trivellato & de Luigi studio legale associato avvocato Mestre Venezia è in grado di fornire adeguata assistenza legale a chi fosse interessato ad approfondire la valutazione di casi che lo vedessero coinvolto, fornendo un parere puntuale in caso di risarcimento danni responsabilità medica Mestre Venezia.

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